Un referendum sul taglio dei parlamentari, come quello che ci stiamo avvicinando a vivere tra domenica 20 e lunedì 21, secondo me non deve essere una questione politica, di schieramenti o simpatie. Invece penso che vada affrontato razionalmente, con dati e modelli che possano far pendere la scelta da una parte piuttosto che dall’altra. Non è una questione di opinioni, quelle possiamo averle tutti, ma con i dati riusciamo a progettare qualcosa di più solido per il domani.

Ci sono degli studi scientifici che volevo commentare per dare una connotazione analitica alla questione referendum.
Il primo è questo per cercare di capire quale debba essere il numero di rappresentanti del popolo di un Paese.
Sembra che questo numero ottimale sia il compromesso tra due esigenze, almeno questo è ciò che emerse durante il dibattito tra i Padri fondatori americani che si stava svolgendo nel 1787:

  • da una parte, si vuole che i rappresentanti siano tanti, in modo che possano catturare e rappresentare in maniera efficace la ricca varietà di posizioni che stanno nella società, e che non sia troppo facile per loro mettersi in combutta per cospirare alle spalle dell’elettorato;
  • dall’altra, si riconosce che un rappresentante comporta un costo e che se sono tanti è più facile fomentare la confusione, quindi è bene limitare il numero il più possibile.

Rappresentando questi concetti matematicamente si dimostra che esiste un numero ottimale di rappresentanti in funzione di una rappresentazione quantitativa del loro costo, tale che esprima il miglior compromesso. Questo numero è proporzionale al quadrato della popolazione.

Calcolo del numero di rappresentanti n per la popolazione N

Ora si può applicare questa formula ai vari Parlamenti del mondo e si riscontra facilmente che la maggior parte dei Paesi hanno un Parlamento dimensionato con numeri molto simili a quelli che risultano dal calcolo.

Quelli che si discostano in maniera significativa dalla linea, che rappresenta il numero ottimale calcolato, sono sostanzialmente 3: gli USA che hanno un Parlamento molto più piccolo di quello che servirebbe, la Francia e l’Italia che ce l’hanno molto più grande.

Secondo la formula il numero ottimale di rappresentanti per il Parlamento dell’Italia sarebbe 570. Attualmente sono 945, quindi ne abbiamo 375 in più.
Anche facendo una breve classifica dei Paesi con più eccessi di rappresentanti l’Italia si aggiudica il primo posto in valore assoluto, come numero di eccedenze di parlamentari.
Inoltre non ci sono motivi per credere che il nostro Paese sia diverso dagli altri, quindi non abbiamo basi per sostenere che un taglio dei parlamentari rappresenti un pericolo per la democrazia

Possiamo dimostrare (con questo secondo studio) che questo eccesso genera problemi, che vanno oltre il semplice discorso dei costi sugli stipendi, tra i quali:

  1. da un punto di vista della capacità di un paese di generare imprese e ricchezza, i dati mostrano che l’ingerenza dello Stato nel mercato e il costo necessario per le pratiche di apertura di una attività sono entrambi sistematicamente maggiori nei paesi che hanno un eccesso di parlamentari — sembra ragionevole spiegare questa correlazione pensando che, se ci sono più parlamentari del necessario, questi siano indotti a una sovra-produzione di leggi e regolamentazioni, aumentando la burocrazia;
  2. l’evidenza empirica dei dati mostra inoltre che i paesi con un eccesso di rappresentanti sono i più corrotti — anche qui sembra ragionevole che, a causa della maggiore burocrazia spiegata al punto precedente, sia più facile trovare appigli per la corruzione.

Queste assunzioni si possono dimostrare matematicamente perché il numero di possibili coppie tra membri di un team cresce in maniera quadratica e ognuna di queste coppie è una opportunità per incomprensioni e difetti di comunicazione. In sostanza se le persone aumentano da 600 a 945, diventa 248% più faticoso il coordinamento, stabilire un gergo condiviso, instaurare un rapporto di fiducia, raggiungere un accordo, e per gestire questa maggiore complessità si finisce inesorabilmente per creare più procedure, più burocrazia (che rallenta lo sviluppo di cui sopra).

Complessità organizzativa che aumenta con il quadrato delle persone

Detto questo, penso di essermi convinto del fatto che posso votare Sì al referendum prossimo venturo.